Crescita delle vendite di prodotti ittici norvegesi in Cina

 [[{“value”:”

Crescita delle vendite di prodotti ittici norvegesi in Cina – Le esportazioni di prodotti ittici norvegesi sono pronte a registrare un significativo incremento in Cina, con previsioni che indicano una crescita fino al 10% nel 2024. Mentre il mercato cinese continua la sua ripresa post-pandemia, il Norwegian Seafood Council (NSC) svolge un ruolo strategico per guidare questa espansione. Il consiglio ha stretto solide partnership con importanti distributori cinesi, tra cui Meichu Foods, un player di rilievo nella distribuzione ittica con sede a Qingdao.

L’attenzione al merluzzo norvegese ha suscitato grande interesse, con eventi promozionali organizzati presso supermercati come RT Mart a Shanghai. Tuttavia, il merluzzo non è l’unico prodotto a guadagnare terreno. Anche lo sgombro norvegese è destinato a conquistare una quota di mercato crescente, grazie al supporto attivo del NSC in collaborazione con aziende locali.

Nonostante le preoccupazioni economiche più ampie legate al rallentamento della fiducia dei consumatori cinesi, specialmente nel settore del lusso, la domanda di prodotti ittici norvegesi resta solida. Infatti, nel 2023, il consumo di salmone atlantico in Cina è aumentato del 43%, superando i livelli pre-pandemia. Si prevede che questa tendenza continuerà, con una crescita ulteriore tra l’8 e il 10% nel consumo di salmone nel 2024.

Con la Cina ora classificata come l’ottavo mercato più grande a livello globale per il salmone atlantico, e il più in rapida crescita nel 2023, c’è ottimismo riguardo al potenziale di ulteriore sviluppo. Il consumo pro capite di salmone in Cina rimane basso, a soli 0,08 chilogrammi, segnalando ampio margine di espansione del mercato, soprattutto con la continua ascesa della classe media.

Meichu Foods, un partner chiave in questo successo, ha diversificato la sua offerta oltre al merluzzo e al salmone norvegese. L’azienda ha fatto breccia in nuovi segmenti di mercato, come quello dei prodotti ittici per l’infanzia, vendendo articoli come cubetti di rombo preconfezionati pensati per i giovani consumatori. Questa diversificazione non solo mette in evidenza la crescente domanda di prodotti ittici, ma dimostra anche approcci innovativi per soddisfare le esigenze dei consumatori in varie categorie.

Mentre i produttori norvegesi di prodotti ittici e il NSC continuano a progredire, il mercato cinese presenta un panorama promettente per un successo continuo, rafforzato da partnership strategiche e da una base di consumatori della classe media in espansione.

Crescita delle vendite di prodotti ittici norvegesi in Cina

 

L’articolo Crescita delle vendite di prodotti ittici norvegesi in Cina proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile

 [[{“value”:”

Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile – La Norvegia ha ufficialmente siglato un accordo di esportazione con il Brasile, consentendo ai prodotti dell’acquacoltura norvegese, incluso il salmone, di entrare nel mercato sudamericano. Questo sviluppo cruciale arriva dopo anni di negoziazioni avviate nel 2021 e rappresenta un passo importante per il settore ittico norvegese. L’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare (Mattilsynet) ha confermato che inizierà a rilasciare certificati sanitari per i prodotti dell’acquacoltura destinati al Brasile. Questi prodotti includono varie forme di conservazione, dai filetti freschi al pesce affumicato.

Questo accordo offre enormi potenzialità per gli esportatori norvegesi. Storicamente, la Norvegia in Brasile ha esportato principalmente seppie. Con questa nuova opportunità, il salmone norvegese entrerà in competizione diretta con i prodotti cileni nel vasto mercato brasiliano. Il Brasile è infatti il secondo maggior importatore di salmone cileno dopo gli Stati Uniti, rendendolo un mercato chiave per i produttori di salmone a livello internazionale.

Il momento è particolarmente favorevole per la Norvegia. Nei primi sette mesi del 2024, il Cile ha esportato 86.074 tonnellate di salmone in Brasile, per un valore di 560 milioni di dollari. Nonostante questo volume significativo, il mercato statunitense ha registrato un calo del 10% nelle importazioni di salmone cileno nello stesso periodo, creando così un’opportunità per i produttori norvegesi di sfruttare i cambiamenti nel panorama del mercato.

Mattilsynet ha delineato un processo semplificato per le aziende norvegesi interessate a esportare in Brasile. L’autorità ha iniziato a certificare queste esportazioni dal 15 settembre, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nel commercio ittico norvegese. Questo accordo offre alla Norvegia l’accesso a un mercato di oltre 200 milioni di persone, garantendo una concorrenza agguerrita ma anche un enorme potenziale di crescita per il suo settore dell’acquacoltura.

Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile

 

L’articolo Norvegia sigla accordo per esportare prodotti acquacoltura in Brasile proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore

 [[{“value”:”

Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore – Una nuova ricerca della Swinburne University in Australia mette in luce un’innovazione promettente per l’industria ittica: la produzione di collagene di alto valore dai sottoprodotti del settore ittico. Guidata da Nisa Salim della School of Engineering della Swinburne e supportata dal governo dello stato di Victoria, il progetto esplora un metodo sostenibile per estrarre collagene dai materiali di scarto, offrendo un’alternativa etica alle fonti animali.

L’industria ittica è nota per generare grandi quantità di rifiuti, tra cui pelle di pesce, ossa e squame. Questi rifiuti spesso finiscono in discarica o vengono scaricati negli oceani, contribuendo a problematiche ambientali come la riduzione dei livelli di ossigeno e l’alterazione degli ecosistemi marini. Solo in Australia, circa 90.000 tonnellate di rifiuti ittici finiscono ogni anno nelle discariche. La ricerca di Salim offre una nuova via per trasformare questi rifiuti in una risorsa preziosa.

Il collagene è una proteina molto richiesta in vari settori, dalla cosmetica e farmaceutica fino all’alimentare e ai trattamenti medici. Tradizionalmente, il mercato è stato dominato da collagene di origine animale, ma la crescente attenzione verso alternative etiche e sostenibili ha creato la domanda per soluzioni innovative. Con questa ricerca, il collagene derivato dai sottoprodotti ittici potrebbe presto soddisfare questa domanda. Si prevede che il mercato globale del collagene crescerà significativamente, con stime che indicano un aumento da 5 miliardi a 8 miliardi di dollari entro i prossimi cinque anni.

Il metodo sviluppato da Salim rappresenta una soluzione ecologica, in linea con i principi dell’economia circolare. Riproporre i sottoprodotti ittici offre un duplice vantaggio: ridurre i rifiuti e creare una risorsa redditizia per diversi settori. Il progetto dimostra anche potenziali vantaggi economici, soprattutto per le comunità costiere che dipendono dall’industria della pesca. La capacità di generare nuove fonti di reddito dai materiali di scarto potrebbe trasformare il settore, garantendo sostenibilità ambientale e crescita economica.

In collaborazione con l‘End Food Waste Cooperative Research Centre, il team prevede di esplorare ulteriormente le applicazioni commerciali di questa tecnologia. I primi test hanno dimostrato che il collagene derivato dai rifiuti ittici soddisfa gli alti standard richiesti per l’uso sia nell’industria alimentare che cosmetica. Con test di fattibilità e valutazioni di mercato in corso, il futuro del collagene ottenuto dai sottoprodotti della pesca sembra promettente.

Mentre le industrie globali danno sempre più priorità alla sostenibilità, innovazioni come questa potrebbero servire da modello per ridurre l’impatto ambientale e massimizzare l’efficienza delle risorse. Il passaggio dalle fonti tradizionali di collagene a quelle derivate dai sottoprodotti ittici rappresenta una soluzione vantaggiosa sia per il pianeta che per l’economia.

Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore

 

L’articolo Trasformare i rifiuti ittici in collagene di alto valore proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Federpesca. Continua Linea Blu Discovery

 [[{“value”:”

Federpesca. Continua Linea Blu Discovery – Continua il viaggio nel mondo della pesca italiana! Appuntamento a questo sabato, 21 settembre, ore 14.00 su Rai 1 per la seconda puntata di Linea Blu Discovery. A condurre il programma ritroveremo Fabio Gallo e Giulia Capocchi, che verranno guidati nel loro viaggio dagli uomini e dalle donne di Federpesca, la Federazione Nazionale delle imprese di Pesca che dal 1961 rappresenta e tutela gli armatori e le imprese della pesca italiana.

“La prima puntata di sabato scorso ha registrato 1.764.000 spettatori con il 13,6% di share. Un record assoluto, di cui siamo orgogliosi e che conferma la nostra intuizione di voler avvicinare i cittadini ad un comparto poco conosciuto attraverso il racconto concreto di un importante settore produttivo del Paese che merita la dignità che gli spetta” ha dichiarato la Direttrice di Federpesca, Francesca Biondo.

La seconda puntata di Linea Blu Discovery unirà Marche e Calabria. Fabio Gallo sarà a San Benedetto del Tronto, borgo marinaro che ha scritto la storia della pesca oceanica. Dopo aver raccontato la tecnica a circuizione per la pesca di alici e sardine, parlerà con una Docente universitaria e biologa dell’Università Politecnica delle Marche di come i cambiamenti climatici stiano avendo un forte impatto sulla diminuzione di questa risorsa ittica e come sia oggi imperativa la collaborazione con i pescatori per trovare soluzioni efficaci. Infine, si parlerà di come il nuovo corso di laurea in gestione della pesca che sarà avviato a San Benedetto del Tronto possa essere uno stimolo per tanti giovani a scoprire e avvicinarsi al mondo della pesca come settore dove poter costruire un futuro di soddisfazioni. Giulia Capocchi sarà invece a Bagnara Calabra, un territorio in cui i monti si gettano a strapiombo nelle acque cristalline del Mediterraneo e in cui la pesca del pesce spada è stata il motore della crescita della marineria. Scoprirà la feluca, tecnica antica e affascinante per la cattura del pesce spada, che ha da sempre promosso selettività, stagionalità e rispetto della risorsa. Attraverso l’incontro con una “bagnarota”, scoprirà come le donne della pesca siano una colonna portante della marineria, capaci ancora oggi, attraverso pescherie mobili, di un continuo sviluppo del comparto ittico per l’economia locale e di valorizzazione del pescato.

Il programma nasce dalla collaborazione tra RAI, TvCom e Federpesca, con il contributo del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. In tre puntate, i conduttori incontreranno i pescatori, li seguiranno nel loro lavoro per mostrare al pubblico la grande ricchezza dei nostri mari e le diverse tecniche di pesca. Racconteranno le loro tradizioni, i progetti per la salvaguardia dell’ambiente, i territori, assaggeranno i piatti tipici della loro cucina, percorreranno tutta la filiera che fa del nostro pescato una vera e propria eccellenza italiana. Per scoprire un settore capace di sapersi innovare per accogliere le sfide odierne e trasformarle in opportunità.

Federpesca. Continua Linea Blu Discovery

L’articolo Federpesca. Continua Linea Blu Discovery proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Il prossimo superfood? Le vongole nude

 [[{“value”:”

Il prossimo superfood? Le vongole nude – Un recente studio ha gettato nuova luce sul potenziale delle teredinidi, una specie spesso considerata fastidiosa ed invasiva, che potrebbe diventare un superfood sostenibile. A lungo viste come una minaccia per gli ecosistemi marini a causa della loro rapida colonizzazione delle aree costiere, queste invertebrate marine potrebbero ora essere la chiave per affrontare le preoccupazioni globali legate alla sicurezza alimentare. Chiamate anche “vongole nude” sono ricche di nutrienti essenziali come gli acidi grassi omega-3, lo iodio e lo zinco, le ascidie potrebbero presto approdare nei piatti dei consumatori attenti alla salute in tutto il mondo.

I biologi marini delle principali università hanno analizzato il profilo nutrizionale di queste creature, scoprendo che rappresentano una fonte alimentare a basso impatto e ad alta densità di nutrienti. A differenza dei frutti di mare tradizionali, che spesso richiedono allevamenti su larga scala o derivano da stock sovrasfruttati, le teredinidi necessitano di poche risorse per prosperare, nutrendosi di plancton mentre filtrano l’acqua che abitano. Questo le rende candidate ideali per l’acquacoltura sostenibile e un modello di produzione alimentare a basse emissioni di carbonio.

In un mondo sempre più attento all’impatto ambientale delle nostre diete, l’idea di trasformare un problema ecologico in una soluzione culinaria sta guadagnando terreno. I primi utilizzatori nelle zone costiere dell’Asia hanno già integrato le vongole nude nei loro piatti da secoli, servendole crude, marinate o persino grigliate. La sfida ora consiste nel convincere i mercati occidentali ad abbracciare questa fonte alimentare non convenzionale.

Da una recente ricerca, guidata dal dott. David Willer dell’Università di Cambridge e dal biologo marino Reuben Shipway, che ha analizzato circa 8.000 commenti sui post dei social media è emerso che, nonostante il loro aspetto simile a quello dei vermi, l’84 percento delle persone che hanno provato le vongole nude ha dichiarato di averle apprezzate.

Il sentimento online mostra un interesse emergente. Ricerche sui commenti sui social media rivelano che, una volta superata l’iniziale esitazione dovuta all’aspetto delle ascidie, molti riferiscono di apprezzarne il gusto. Sono stati fatti confronti con altri alimenti che un tempo erano di nicchia, come le alghe o la spirulina, che sono poi diventati pilastri dei mercati alimentari salutari.

Ripensando le fonti alimentari tradizionali, le teredinidi potrebbero svolgere un ruolo significativo nella diversificazione delle diete globali, riducendo al contempo la pressione sulle specie marine sovrasfruttate. Con l’aumento degli sforzi per educare i consumatori, il futuro delle ascidie come potenziale superfood appare promettente.

Il prossimo superfood? Le vongole nude

 

L’articolo Il prossimo superfood? Le vongole nude proviene da Pesceinrete.

“}]] ​ 

Pagina 44 di 1424

Made with & by Matacotti Design

Privacy & Cookie Policy