Tiozzo: “Nuovo sistema per calcolo sforzo pesca accoglie nostre richieste per fermo più sostenibile”

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Tiozzo: “Nuovo sistema per calcolo sforzo pesca accoglie nostre richieste per fermo più sostenibile” – “Il nuovo sistema per il calcolo dello sforzo di pesca accoglie le nostre richieste per un fermo più sostenibile per le imprese”. Così il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Paolo Tiozzo nel commentare il decreto sul fermo pesca 2025.

“Prosegue l’impegno del Masaf nel segno di un fermo pesca più flessibile in grado di rispondere al meglio alle esigenze delle marinerie. Calcolare lo sforzo effettivo di pesca quantificando esclusivamente il periodo effettivo in cui il peschereccio svolge l’attività di prelievo consente di ridurre i costi di gestione legati al carburante e permette agli equipaggi di lavorare con maggiore tranquillità. Visto che negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 30% dei giorni di pesca, le volte che i pescherecci escono in mare devono poter fare senza l’assillo dei tempi di rientro in porto. L’adozione del decreto a marzo, con largo anticipo rispetto al passato, è un buon segnale per le marinerie in grado così di programmare meglio le attività di pesca”, conclude Tiozzo.

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Via libera all’accordo di pesca con la Guinea-Bissau

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Via libera all’accordo di pesca con la Guinea-Bissau – La Commissione per la pesca dell’Unione Europea ha dato il via libera all’accordo di partenariato per la pesca sostenibile (SFPA) tra l’UE e la Guinea-Bissau. Un’intesa che assicura l’accesso alle ricche acque del paese africano per i prossimi cinque anni, ma che solleva interrogativi su quale sia oggi il reale equilibrio tra sfruttamento commerciale e responsabilità ambientale.

L’accordo, applicato in via provvisoria dal settembre 2024, è stato approvato con 19 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astensioni. Il pacchetto economico complessivo supera i 100 milioni di euro, considerando il contributo diretto dell’UE (85 milioni di euro) e le tasse di licenza e cattura che gli armatori dovranno versare all’amministrazione della Guinea-Bissau. Una cifra importante per un paese che fa affidamento sulla pesca per almeno il 3% del suo PIL e per sostenere le proprie fragili finanze pubbliche.

Ma se da un lato l’accordo garantisce certezze economiche per gli armatori di Spagna, Portogallo, Italia, Grecia e Francia, con accesso a quote annuali di 3.500 GRT di cefalopodi e 3.700 GRT di gamberi, oltre all’autorizzazione per 41 tonniere europee, dall’altro rimangono irrisolte le criticità strutturali che hanno sempre accompagnato questi partenariati.

I deputati della Commissione pesca si sono espressi chiaramente: senza una governance più trasparente e un controllo efficace, la sostenibilità della pesca in Guinea-Bissau resterà solo sulla carta. Il paese è da tempo al centro delle preoccupazioni per la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU), con dinamiche opache che coinvolgono flotte di paesi terzi, bandiere di comodo e sistemi aziendali volutamente complessi per eludere le normative.

L’UE ha tentato di rafforzare la propria posizione destinando 4,5 milioni di euro l’anno al miglioramento della gestione sostenibile della pesca e al rafforzamento delle capacità locali di controllo e sorveglianza. Un investimento che dovrebbe supportare le comunità di pescatori della Guinea-Bissau, ma che rischia di essere inefficace senza un vero salto di qualità nella raccolta e nell’elaborazione dei dati sulle catture. La proposta di istituire un sistema elettronico di segnalazione rappresenta un primo passo, ma servirà un impegno ben più concreto per garantire trasparenza ed equità.

La prossima tappa è fissata ad aprile, con la votazione in plenaria. Fino ad allora, il dibattito resta aperto: l’accordo tra UE e Guinea-Bissau sarà un vero modello di pesca sostenibile o l’ennesimo compromesso a favore di un’industria affamata di risorse?

Le acque della Guinea-Bissau nascondono riserve abbondanti, ma anche sfide enormi. A questo punto, l’Europa è chiamata a dimostrare che la sostenibilità non è soltanto una parola chiave, ma un rotta precisa da seguire.

Via libera all’accordo di pesca con la Guinea-Bissau

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Leader della Blue Transformation cercasi

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Leader della Blue Transformation cercasi – C’è un momento, succede in ogni settore, in cui se ne decide il futuro. Oggi è quel momento per la pesca e l’acquacoltura mondiali. Per l’80° anniversario dalla sua fondazione e il 30° del Codice di condotta per una pesca responsabile, la FAO lancia un appello senza precedenti a chiunque abbia contribuito, con idee e soluzioni concrete, allo sviluppo sostenibile e responsabile dei sistemi alimentari acquatici. Un invito ad alzare la mano, farsi riconoscere e guidare la rivoluzione blu.

Il focus è chiaro: non si tratta solo di celebrare traguardi. Si tratta di scrivere insieme un nuovo capitolo che abbia un solo obiettivo, trasformare la pesca e l’acquacoltura in motori concreti di sicurezza alimentare, lotta alla fame, riduzione della povertà e salvaguardia degli ecosistemi acquatici. Un’impresa che la FAO, da sempre al centro del dibattito internazionale, considera fondamentale per il futuro del nostro pianeta.

Il bando è aperto a tutti: governi, istituti di ricerca, aziende private, ONG, associazioni di settore. Chiunque abbia fatto della sostenibilità non uno slogan, ma una pratica concreta, può presentare la propria candidatura. C’è tempo fino al 30 giugno 2025 per raccontare progetti e innovazioni che hanno fatto la differenza, contribuendo alla trasformazione blu disegnata dalla FAO.

Non è solo un premio. È un riconoscimento che offre visibilità globale a chi ha saputo coniugare innovazione, responsabilità sociale e tutela dell’ambiente. Le pratiche selezionate saranno presentate durante un evento internazionale che si terrà nel quarto trimestre del 2025, un’occasione irripetibile per entrare a far parte di una rete di eccellenze e leader del cambiamento.

La pesca e l’acquacoltura sono di fronte a una scelta strategica. Chi saprà essere protagonista in questa fase storica si garantirà un ruolo da pioniere nella costruzione di sistemi acquatici alimentari che siano sostenibili, resilienti e giusti. La FAO chiama, e questa è una di quelle chiamate che chi lavora nel settore non può ignorare.

Qui per candidarsi.

Leader della Blue Transformation cercasi

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Con più omega-3, bambini più intelligenti e gentili

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Con più omega-3, bambini più intelligenti e gentili – Il pesce fa bene al cervello. Questa non è una vecchia credenza popolare, ma il risultato di decenni di studi scientifici che oggi, grazie ad un recente studio  dell’Università di Bristol nel Regno Unito, raccontano una verità ancora più sorprendente: i bambini che mangiano pesce sono non solo più intelligenti, ma anche più gentili, più empatici e socialmente più integrati. Il segreto? Gli omega-3 , potenti alleati dello sviluppo cognitivo e del benessere mentale.

I dati parlano chiaro. La nutrigenomica – la scienza che studia l’effetto dei nutrienti sui geni – dimostra che gli acidi grassi omega-3 , in particolare il DHA e l’EPA , migliorano le funzioni cerebrali sin dalle prime fasi della vita, ma c’è di più. Consumare regolarmente pesce, fin da bambini, si associa a un aumento delle capacità sociali , della collaborazione e della prosocialità. In altre parole, più pesce nel piatto significa bambini non solo più attenti e concentrati a scuola, ma anche più affettuosi, solidali e amichevoli nei confronti degli altri.

Lo studio in questione ha rilevato che una dieta ricca di pesce azzurro è collegata a una maggiore empatia e comportamento prosociale già nei primi anni di vita. Questo significa che i bambini che consumano pesce più volte a settimana tendono ad essere meno aggressivi, più capaci di gestire le emozioni e più propensi a instaurare relazioni sociali positive con i coetanei.

Gli omega-3 non si limitano a costruire il cervello, ma modulano anche i circuiti neurali legati all’empatia, alla capacità di comprendere e condividere le emozioni altrui. La scienza ha identificato connessioni dirette tra i livelli di DHA e l’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella socialità e nell’interazione umana. Una scoperta che cambia radicalmente il modo in cui si considera all’alimentazione infantile.

Il pesce azzurro, ricco di questi nutrienti preziosi, è una risorsa fondamentale nella dieta mediterranea. Sgombri, alici, sardine e tonno rappresentano un concentrato naturale di salute e sono al centro di un movimento che sempre più produttori italiani stanno sposando, valorizzando la filiera sostenibile e promuovendo prodotti ittici di qualità, freschi o in conserva.

Portare il pesce a tavola è una scelta che va oltre la nutrizione. Significa investire sull’intelligenza emotiva dei nostri figli, prepararli ad essere non solo studenti brillanti, ma anche cittadini migliori. In un’epoca in cui si parla sempre di più di intelligenza artificiale, ricordiamoci che l’intelligenza più importante è quella umana, e passa anche dal mare.

Con più omega-3, bambini più intelligenti e gentili

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Stop Lattococcosi? Insieme si può…anzi, insieme si deve!

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Stop Lattococcosi? Insieme si può…anzi, insieme si deve! – Si è conclusa la serie di workshop del progetto “Stop Lattococcosi? Insieme si può!”, che ha visto il contributo di 21 relatori e la partecipazione di oltre 90 operatori del settore. Questo percorso, promosso dal Centro di referenza nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei, dall’Associazione Piscicoltori Italiani e da Skretting, ha rappresentato un’importante occasione di dialogo e collaborazione tra allevatori, veterinari, autorità sanitarie e amministrazioni pubbliche, ricercatori, mangimisti, aziende farmaceutiche e altri attori della filiera, tutti uniti dall’obiettivo comune di contrastare la diffusione della Lattococcosi in acquacoltura.

Dai workshop è emersa con chiarezza la necessità di un approccio integrato per affrontare la Lattococcosi, che ha recentemente colpito specie ittiche di grande rilievo come spigola e orata. Nessun singolo intervento è sufficiente da solo: solo attraverso strategie sinergiche, che combinano vaccinazione, terapia, biosicurezza, nutrizione e selezione genetica, è possibile gestire efficacemente la patologia.

Un aspetto fondamentale degli incontri è stata la formazione di gruppi di lavoro, che hanno favorito un confronto attivo e costruttivo tra i partecipanti. Questo percorso collaborativo ha portato alla realizzazione di un Manuale di Buone Pratiche, che raccoglie le conoscenze acquisite proponendo linee guida operative e supportando le iniziative già in atto per la prevenzione e il contenimento della Lattococcosi.

Per permettere un accesso diretto alle informazioni emerse dal progetto, il Manuale di Buone Pratiche è stato reso disponibile in formato digitale, insieme alle registrazioni dei workshop. Questi materiali consentono di approfondire i temi trattati e di ascoltare direttamente gli interventi dei relatori. Per consultarli, visita il seguente link: Lattococcosi nelle specie marine – Skretting

La Lattococcosi delle specie marine è una problematica che va affrontata con un approccio integrato e coinvolgendo tutti gli attori della filiera. Il progetto “Stop Lattococcosi? Insieme si può!” ha dimostrato che questa collaborazione non solo è possibile, ma può portare a risultati concreti.

Il lavoro è appena iniziato, per cui restate collegati!

Stop Lattococcosi? Insieme si può…anzi, insieme si deve!

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