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Panama prende di mira i proprietari “invisibili” nella lotta contro la pesca illegale – Il governo di Panama ha rafforzato il suo impegno per un futuro oceanico trasparente e sostenibile, annunciando nuovi sforzi per contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN).
L’annuncio, fatto durante la conferenza Our Ocean, tenutasi a Busan, nella Repubblica di Corea , mette in luce l’ambizione di Panama di stabilire registri di proprietà delle navi più chiari e accessibili attraverso il miglioramento dei processi di raccolta e digitalizzazione dei dati. In questo modo, Panama sta compiendo passi fondamentali verso la trasparenza della proprietà effettiva finale (UBO) e per garantire una maggiore responsabilità della sua flotta e una migliore governance degli oceani.
La proprietà effettiva finale – la capacità di identificare i veri individui che traggono profitto dalle attività di pesca – è un pilastro fondamentale di una governance oceanica efficace e trasparente. È particolarmente importante per il raggiungimento dei nostri obiettivi di sostenibilità oceanica. Tuttavia, la mancanza di trasparenza in materia di proprietà effettiva finale sta attualmente compromettendo gli sforzi globali per una gestione sostenibile ed equa delle risorse marine. In effetti, questo è uno dei motivi per cui la proprietà effettiva finale è un pilastro fondamentale della Carta per la Trasparenza Globale della Coalizione per la Trasparenza della Pesca.
Senza accesso alle informazioni sui titolari effettivi di pesca, gli Stati di bandiera spesso non sono in grado di sanzionare efficacemente la persona o le persone che effettivamente beneficiano della violazione delle leggi sulla pesca, in particolare quando le imbarcazioni operano attraverso strutture societarie poco trasparenti. Ciò consente ad attori senza scrupoli di eludere le responsabilità, minacciare la biodiversità marina e avere un impatto negativo sui mezzi di sussistenza dei pescatori che rispettano le regole. Peggio ancora, l’applicazione delle norme spesso colpisce gli equipaggi e gli operatori delle imbarcazioni anziché i veri beneficiari, perpetuando cicli di sfruttamento senza affrontarne le cause profonde.
Grazie alla sua rinnovata ambizione, Panama ha segnalato di essere impegnata a rafforzare la due diligence verificando la proprietà delle navi e rivedendo le informazioni relative al titolare effettivo di licenza (UBO) nell’ambito delle procedure di concessione delle licenze. Standardizzando e automatizzando questi processi e allineandosi alle migliori pratiche internazionali, Panama sta inaugurando una nuova era di responsabilità in un momento cruciale.
Ma l’impegno di Panama non è solo una buona notizia per il Paese stesso: è un esempio lampante di buona governance degli oceani anche per altri Paesi.
In vista della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC) di giugno, gli Stati membri hanno l’opportunità di seguire l’esempio di Panama e guidare una rivoluzione della trasparenza nella governance degli oceani. Integrando i requisiti relativi ai diritti di pesca fuori bilancio (UBO) nella legislazione nazionale e negli accordi internazionali, la comunità globale può compiere un passo decisivo verso la fine della pesca INN e garantire un uso equo e sostenibile delle risorse dei nostri oceani.
Panama prende di mira i proprietari “invisibili” nella lotta contro la pesca illegale
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