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Pesca europea in bilico. Appello al Parlamento UE per difendere il FEAMPA – Mentre Bruxelles si prepara a riscrivere le regole del bilancio pluriennale dell’Unione Europea, il settore della pesca e dell’acquacoltura alza la voce per evitare di essere sacrificato sull’altare delle semplificazioni finanziarie. Il rischio concreto è che il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA), l’unico strumento dedicato al comparto, venga inglobato in una maxi struttura di finanziamento multi-settoriale. Una scelta che, secondo le principali associazioni europee, metterebbe a serio repentaglio la capacità del settore di rispondere alle sue sfide più complesse e, di conseguenza, il futuro stesso della pesca e dell’acquacoltura nell’Unione.
AIPCE-CEP, Copa-Cogeca, EAPO, Europêche, ETF e FEAP non usano mezzi termini: il comparto necessita di un fondo autonomo e rafforzato, con risorse mirate e procedure semplificate. È una richiesta che nasce dall’urgenza di proteggere un settore che non rappresenta soltanto una filiera economica, ma una vera e propria garanzia di sicurezza alimentare, resilienza economica e sostenibilità ambientale per milioni di cittadini europei.
Il dibattito in corso sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) ha acceso i riflettori su un tema che riguarda il presente, ma soprattutto il futuro della pesca dell’UE. I leader delle associazioni di settore hanno scritto direttamente ai vertici delle istituzioni comunitarie: Ursula von der Leyen, António Costa e Donald Tusk. Il messaggio è chiaro: la pesca e l’acquacoltura non sono settori da trattare con logiche generaliste, ma mondi con esigenze specifiche, radicati nei territori costieri e rurali d’Europa.
Oggi, le flotte da pesca, i produttori di acquacoltura e i trasformatori si trovano ad affrontare un mix di sfide che rischiano di compromettere la competitività e la sopravvivenza stessa delle imprese. Si parte dai costi di gestione sempre più elevati, aggravati dalla concorrenza internazionale e dalla difficoltà a reclutare nuove generazioni di lavoratori. La pesca costiera su piccola scala, che rappresenta la spina dorsale di molte economie locali, fatica a garantire salari dignitosi, mentre la pressione normativa e la competizione per l’utilizzo dello spazio marittimo limitano le possibilità di sviluppo.
Eppure, il contributo di questo settore è fondamentale. Il pesce e i prodotti dell’acquacoltura europei sono tra le fonti alimentari più sane e a basso impatto ambientale, grazie a una filiera che lavora ogni giorno per ridurre l’impronta di carbonio e migliorare la sostenibilità degli approvvigionamenti. Difendere il settore significa, quindi, investire nella sicurezza alimentare europea e nella lotta ai cambiamenti climatici.
Le associazioni chiedono una risposta politica decisa e responsabile. La proposta è mantenere e rafforzare il FEAMPA come fondo indipendente, aumentando gli stanziamenti per sostenere gli obiettivi ambientali e climatici, accompagnare la transizione verso pratiche a basse emissioni e incentivare l’innovazione e l’attrattività del settore, soprattutto per i giovani. Senza un fondo dedicato, avvertono i rappresentanti, si rischia di vanificare gli sforzi fatti fino a oggi in termini di sostenibilità, qualità e resilienza.
Il messaggio lanciato dalle organizzazioni europee non riguarda solo chi opera in mare o negli impianti di acquacoltura, ma tocca da vicino tutti i cittadini europei. La pesca e l’acquacoltura non sono solo industria, ma identità culturale, coesione sociale e presidio di territori spesso marginali. Sono settori che garantiscono cibo sano, posti di lavoro e il futuro.
Pesca europea in bilico. Appello al Parlamento UE per difendere il FEAMPA
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