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Studio di ricercatori greci sull’etichettatura errata dei cefalopodi – Un recente studio condotto da ricercatori greci, torna a far luce sull’etichettatura errata dei prodotti ittici, un fenomeno globale che interessa anche il mercato greco, in particolare per i cefalopodi, considerati una prelibatezza nella cultura gastronomica locale. Nonostante l’introduzione di normative stringenti a livello europeo e locale, la sostituzione di specie e l’imprecisione nelle informazioni etichettate sono ancora problemi diffusi. La recente ricerca ha analizzato i tassi di etichettatura errata di cefalopodi venduti in diverse città greche, evidenziando come pratiche scorrette e, talvolta, negligenza possano compromettere la fiducia dei consumatori e ostacolare la sostenibilità del commercio ittico.
La ricerca ha raccolto 156 campioni di cefalopodi da pescherie, mercati, ristoranti e supermercati in quattro città greche. Attraverso il sequenziamento genetico di due geni mitocondriali – il COI (subunità I della citocromo ossidasi) e il 16S (RNA ribosomiale) – è stata identificata con successo la specie nel 93,58% dei campioni. Tuttavia, il dato più significativo riguarda le discrepanze tra l’etichetta e la specie identificata, riscontrate nel 40,41% dei casi.
I risultati dimostrano che, nonostante le norme dell’UE sull’etichettatura dei prodotti ittici (Regolamento 1379/2013), che richiedono informazioni obbligatorie come nome comune e scientifico, metodo di produzione e zona di origine, persistono alti tassi di sostituzione. Tali pratiche possono essere attribuite sia a frodi intenzionali per ragioni economiche che a errori derivanti da negligenza o scarsa consapevolezza della normativa da parte dei rivenditori.
Implicazioni economiche, sanitarie e ambientali
La sostituzione delle specie non è solo un problema di trasparenza, ma ha anche conseguenze economiche e sanitarie. L’etichettatura errata può mascherare la vendita di prodotti di qualità inferiore a prezzi più alti, rappresentando una frode economica. Inoltre, alcune specie di cefalopodi possono contenere tossine o allergeni pericolosi per la salute umana, evidenziando l’importanza di una corretta identificazione.
A livello ambientale, le frodi possono favorire la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), minando gli sforzi di conservazione delle risorse ittiche. Anche se le popolazioni di cefalopodi sembrano in aumento negli ultimi decenni, grazie a fattori come la diminuzione dei predatori naturali, la gestione sostenibile degli stock rimane una priorità.
Il ruolo del DNA barcoding nella lotta alla frode alimentare
Il DNA barcoding si è rivelato uno strumento efficace per identificare specie ittiche e contrastare le frodi alimentari. Questa tecnica consente di analizzare piccole regioni genetiche e confrontarle con database esistenti, offrendo risultati rapidi e affidabili. Tuttavia, l’implementazione su larga scala richiede investimenti significativi e una maggiore consapevolezza lungo tutta la filiera produttiva.
Un appello alla trasparenza nel commercio ittico
Questo studio sottolinea l’urgenza di monitorare costantemente i prodotti ittici disponibili sul mercato. Oltre a rafforzare i controlli, è essenziale educare i rivenditori e i consumatori sulla legislazione vigente e sull’importanza di pratiche commerciali etiche. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile garantire trasparenza e sostenibilità in un settore vitale come quello ittico.
Studio di ricercatori greci sull’etichettatura errata dei cefalopodi
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