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Temperature oceaniche allarmanti per la Grande Barriera Corallina – La Grande Barriera Corallina, uno dei più preziosi patrimoni naturali del pianeta, sta affrontando una crisi senza precedenti. Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature ha rivelato che le temperature della superficie del Mar dei Coralli hanno raggiunto nel 2024 i livelli più alti mai registrati negli ultimi 400 anni. Questa scoperta non solo mette in luce la vulnerabilità dei coralli, ma evidenzia anche l’impatto devastante del cambiamento climatico sul nostro ambiente marino.

I coralli, con la loro capacità unica di registrare le variazioni climatiche attraverso i loro scheletri, sono diventati testimoni silenziosi di secoli di cambiamenti ambientali. Grazie ai campioni di carotaggio, gli scienziati sono stati in grado di tracciare una cronologia dettagliata delle temperature oceaniche e delle variazioni del livello del mare dal 1618 ad oggi. Questi dati offrono una visione chiara e allarmante: il riscaldamento globale ha spinto le temperature oceaniche a livelli mai visti, superando di gran lunga quelle registrate durante l’intera Rivoluzione Industriale.

Nel 2024, il Mar dei Coralli ha registrato temperature superiori di 2-3 gradi rispetto alla media storica, un incremento sufficiente a scatenare uno stress termico critico sui coralli. Questo aumento ha provocato il quarto evento di sbiancamento globale dei coralli, un fenomeno che sta minacciando la sopravvivenza di questi organismi vitali. Lo sbiancamento dei coralli, infatti, si verifica quando le temperature eccessive costringono i coralli a espellere le alghe simbiotiche che vivono nei loro tessuti, perdendo così il loro colore e la capacità di sopravvivere a lungo termine.

Lo studio condotto da Ben Henley, esperto in paleoclimatologia presso l‘Università di Melbourne, ha dimostrato che il 2024 ha segnato un punto di svolta nella storia climatica della Grande Barriera Corallina. I dati raccolti dai campioni scheletrici hanno infatti evidenziato che le temperature di gennaio, febbraio e marzo di quest’anno sono state le più alte mai registrate nei 400 anni di analisi. Questo risultato, sorprendente per gli stessi ricercatori, conferma l’influenza decisiva del cambiamento climatico sull’attuale crisi della barriera corallina.

Il legame tra il riscaldamento globale e gli eventi di sbiancamento è ormai indiscutibile. Gli scienziati hanno utilizzato modelli climatici per confermare che l’aumento delle temperature oceaniche è direttamente correlato al cambiamento climatico antropogenico. Tuttavia, nonostante queste evidenze, l’UNESCO ha recentemente deciso di non inserire la Grande Barriera Corallina nella lista dei siti in pericolo. Questa decisione ha suscitato preoccupazione tra gli esperti, che temono che senza misure drastiche, il futuro della barriera corallina possa essere compromesso.

La Grande Barriera Corallina non è solo un gioiello ecologico, ma anche un pilastro dell’economia australiana, generando oltre 6,4 miliardi di dollari l’anno e supportando circa 64.000 posti di lavoro. Tuttavia, il continuo deterioramento della barriera minaccia non solo l’ecosistema marino, ma anche l’industria del turismo e la comunità locale che dipendono da essa.

Gli esperti sperano che questo nuovo studio possa servire da campanello d’allarme per l’UNESCO e la comunità internazionale, spingendo a una maggiore protezione e conservazione della Grande Barriera Corallina. La sua sopravvivenza non è solo una questione ambientale, ma anche un simbolo della lotta globale contro il cambiamento climatico.

L’Australia è ora chiamata a presentare un report dettagliato sullo stato di conservazione della Grande Barriera Corallina entro febbraio 2025, un passo cruciale per garantire che questo tesoro naturale possa essere preservato per le future generazioni.

Temperature oceaniche allarmanti per la Grande Barriera Corallina

 

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