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Transizione energetica e pesca: conflitti in mare aperto – Il 28 e 29 novembre si è tenuto a Palermo il workshop MareFuturo: co-creare sviluppo sostenibile nello Stretto di Sicilia, un incontro che ha riunito esperti, ricercatori e organizzazioni per discutere il futuro sostenibile del Mediterraneo. I temi affrontati hanno toccato questioni cruciali come la gestione ambientale, la difesa costiera, la pesca sostenibile e la valorizzazione del paesaggio marino.
Tra i partecipanti oltre al CNR di Palermo e di Mazara del Vallo, anche l’organizzazione dei produttori della pesca Op Blue Sea del Gambero Rosso di Mazara il cui Presidente Maurizio Giacalone ha apportato, con il suo intervento, un contributo significativo non nascondendo però il proprio malcontento per il modo in cui alcune decisioni vengono prese senza considerare a fondo le conseguenze per chi vive e lavora in mare.
Durante i lavori è emersa la forte preoccupazione per la costruzione di parchi eolici offshore, infrastrutture considerate essenziale per la transizione energetica, ma che rischiano di compromettere la sicurezza dei pescatori in mare, le rotte di navigazione mercantili e l’equilibrio degli ecosistemi marini.
“La leggerezza con cui si affrontano questi temi è inaccettabile”, ha dichiarato il presidente dell’OP. “Non si può parlare di sostenibilità ignorando la sicurezza della vita umana in mare e il ruolo delle comunità costiere”.
La pesca è già messa sotto pressione da normative europee stringenti, che spesso rappresentano un ostacolo anziché un sostegno per chi cerca di operare in modo sostenibile. “L’Europa ci ha ingabbiato con regole rigide e ora ci mette i leoni dentro”, è stato il commento amaro del presidente dell’OP. La costruzione di grandi parchi eolici rischia di aggravare ulteriormente la situazione, riducendo gli spazi disponibili per la pesca e creando nuove difficoltà operative.
Un appello per il Mediterraneo
I partecipanti all’evento hanno ribadito l’importanza di un approccio equilibrato che concili le esigenze della transizione energetica con la tutela delle comunità e degli ecosistemi.
Tra le proposte avanzate durante il workshop ci sono:
- Maggiore coinvolgimento delle comunità locali e delle organizzazioni di pesca nelle fasi di progettazione e valutazione dei progetti offshore.
- Studi più approfonditi sull’impatto ambientale e sulla sicurezza delle nuove infrastrutture.
- Politiche europee più flessibili e orientate a sostenere la pesca, riconoscendola come un pilastro della sostenibilità del Mediterraneo.
Una lotta che continua nonostante il senso di scoraggiamento percepito al termine dell’incontro. I pescatori non intendono arrendersi. “Siamo artigiani del mare e continueremo a lottare per il nostro futuro e per il Mediterraneo”, ha dichiarato Maurizio Giacalone, lanciando un appello alle istituzioni e ai cittadini affinché il tema venga affrontato con la serietà che merita.
Marefuturo si è chiuso con una promessa: la lotta per un Mediterraneo che sia sostenibile, sicuro e rispettoso delle tradizioni non si fermerà.
Transizione energetica e pesca: conflitti in mare aperto
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